di Helen Fielding
Premetto che (come accade
sempre per ogni libro che ho già letto), non ho apprezzato per nulla la versione cinematografica in cui la protagonista viene ridicolizzata fino a farne una macchietta; è vero, Bridget Jones è imbranata, insicura, sempre alla ricerca di conferme, ma lo è esatamente come il 99% delle donne che io conosco, frequento e apprezzo.
Scritto in forma di diario, appunto, è gradevole e racconta bene la vita, i rapporti, gli amici, le insicurezze di una donna.
Il seguito "
Che pasticcio Bridget Jones" mi è piaciuto molto meno, mi è sembrato che l'autrice (esattamente come gli sceneggiatori dei film che sono stati tratti dai libri), abbia capito che c'era una vena comica da cavalcare ed abbia esasperato certe situazioni (o meglio certe ingenuità), al punto che persino io, mi sono ritrovata a sostenere l'inverosimilità della situazione
*********************
Valga bien mi aclaraciòn: Plato de Segunda Mesa no soy yo!