Per poter capire al meglio una danza è necessario conoscerne le origini, le tradizioni, la storia del suo popolo. Affascinante e seducente la Rumba è la danza dei cubani, vede la luce, infatti, nell' isola più grande dei caraibi. Nata alla fine dell’ottocento, all’indomani dell’abolizione della schiavitù (1878) di migliaia di neri d’africa, la Rumba è l'abbraccio ardente, vitale e gioioso di più culture, Europea, Africana, Americana. Con se, questo intrigante ballo, porta tutta la rabbia di un popolo che troppo spesso ha dovuto fare i conti con il potere dispotico di turno. Inizialmente si ballava in ambienti poveri e degradati, ricchi però di contenuti musicali, dai ritmi gitani ed africani. Il popolo, che dalle campagne cominciava a confluire nelle grandi città in cerca di migliori condizioni di vita, era solito riunirsi in alcune baracche dove si ballava tutta la notte a ritmo di musica. L'alcool e le belle donne non mancavano mai, erano una presenza costante. Da qui ne derivò, quasi da subito, il dispregiativo ”mujer de rumbo“, più o meno si faceva riferimento a donne dai facili costumi. Nel libro "Corazon" della bravissima Besito de Coco così si esprime Fernando Ortiz : La Rumba è un fenomeno umano dalle sinergie molto complesse. E' lo sfogo delle forze in eccesso della vita in una frenesia di tutti i muscoli; è l'ipnosi della musica che avvolge con l'incanto dei suoi ritmi;[...] è la gaudente esaltazione della sessualità;[...] è l'esaltazione bacchica dello spirito con tutti gli stimoli dell'ebbrezza: musica, ballo, canto, amore, alcol, dramma, moltitudine e religione. Poche danze al mondo valorizzano così tanto l'utilizzo degli strumenti musicali ritmici. La costruzione di primitive forme strumentali, finalizzate all'emissione di suoni, è stato un problema assai centrale nella vita quotidiana degli uomini, anche quelli di antica memoria. Essenza stessa dei popoli e parte integrante della vita dei pacifici “Tainos”, popolazione incontrata da Colombo nel suo viaggio nelle indie, questi strumenti potevano essere di diverse forme e modelli. All'inizio, quando la povertà non permetteva altro, si usavano oggetti di uso quotidiano come le zucche, svuotate e riempite di sassi (maracas); le casse vuote (tamburi); le claves, composte da due bastoncini di legno e così via. Elementi della natura così semplici rappresentano ancora oggi la base della nomenclatura salsera. Tre sono i tipi di Rumba conosciuti: Yambù, caratterizzato dal ritmo lento, da un canto melodioso e da movimenti soavi, durante i quali l'uomo, se vuole sedurre, lancia il fazzoletto per terra e poi si china a raccoglierlo con la bocca; il Guaguancò, genere molto praticato è il più in voga e conosciuto. Consistente in una corteggiamento sfrenato con simulazione dell'atto amoroso su ritmi veloci, l'erotismo s'insinua nella rumba; la Columbia, ballata da soli uomini è un vero e proprio ballo acrobatico. Il ballerino deve essere agile e avere dominio assoluto del proprio corpo. Oggi la musica “rumbeata” va molto di moda. Occorre, però, più convinzione per ritornare alle ancestrali danze primitive che la rumba continua a sottolineare con tutta la sua forza. Bisogna legarsi alla tradizione folclorica, al ballo senza tempo. Necessità la voglia di far parlare il nostro corpo, liberandolo, o forse no, dalla follia pura sprigionata dal ritmo della rumba.