(Traggo dalla Latinews 392)
"Il latino-americano arrivò per la prima volta a Genova il 7 Settembre del 1994.
L’idea, oltre a me, era stata di Nico Grisolia, con il quale ho poi collaborato per moltissimo tempo, fino al 2008.
In precedenza, avevamo organizzato qualche serata alla “Polveriera” sul Righi, ma mai avevamo pensato a una programmazione definitiva». Il “salto” decisivo avvenne con l’apertura del “Victor Latino” in Via di Santa Zita, che era stato rivelato da Carlo Alberto Gemignani.
Facevamo serate miste,ovvero con la presenza sia degli italiani che dei sudamericani.
Il 7 Settembre del 1994: tutto cominciò quando andai a prendere un gruppo di animazione alla discoteca “Mulino”: si chiamavano Copacabana ed erano coordinati da Mario Garcia, personaggio di rilievo, divenuto in seguito responsabile degli eventi del Festival Latino Americano di Milano.
Quella nuova proposta per il tempo libero fu subito vista come una ventata di novità: andava alla stragrande, eravamo aperti martedì, giovedì, sabato e domenica e riuscimmo sin da subito ad andare molto bene.
Le persone non sapevano ballare, non conoscevano nessuna tecnica, ma seguivano il ritmo e si lanciavano in pista con i balli più semplici, soprattutto merengue. Negli italiani c’era moltissima curiosità.
E il crescere di questa ci spinse ad aprire la celeberrima Scuola di Ballo del “Victor”.
Anche questa fu accolta positivamente, perché centrammo una formula sin da subito vincente: i clienti, infatti, pagavano al termine di ogni lezione e non per un ciclo mensile. Era una scelta importante, perché, almeno, nessuno veniva impegnato troppo a lungo.
Chi veniva e si divertiva, aveva il piacere di ritornare la volta
successiva.
In tanti lo hanno fatto, si stima che almeno venticinquemila persone hanno preso parte, in questi quindici anni, a una o più lezioni. All’inizio, poi, c’era anche la possibilità di vincere delle ore di insegnamento gratuite. Agli italiani, infatti, davo i “compitini” a casa: dei brani in spagnolo da portare tradotti in italiano la volta
successiva.
Con il crescere dei partecipanti, fu inevitabile scindere il locale dalla scuola, per condurli in avanti parallelamente ma senza sovrapposizioni.
Nel 2000 quindi, e arriviamo in tempi più recenti, nacque l’Associazione Contatto Latino, che doveva occuparsi unicamente della Scuola di Ballo. Oggi questo gruppo è una splendida realtà che, in una sola settimana, offre al pubblico ben trentacinque corsi di ballo differenti.
Un’altro dato curioso è che abbiamo fatto conoscere e innamorare quasi cinquemila coppie. Il ballo latino, infatti, è visto da sempre come forte elemento di socializzazione.
L’Associazione Contatto Latino poi, oltre al ballo, si occupa di far conoscere e di diffondere tanti altri elementi della cultura latino-americana, a partire dal folclore e dalle tradizioni. Anno dopo anno, poi, si sono formati ballerini professionisti, insegnanti e dj.
La lista è lunghissima, e comprende pure numerosi campioni italiani. È il caso, ad esempio, di Maurizio Hernandez, Amelia De Martis (oggi direttrice dei corsi della Scuola di Ballo Contatto Latino), Monica La Pelliroca, Ambra Russello e Juan Saturria. Anche loro hanno contribuito e continuano a contribuire, al fiorire della Scuola, anno dopo anno.
È il 2001:la stagione del vero “boom”, ovvero la nascita del “mito” del “Cafè Latino” di Via di Santa Zita. Nomi illustrissimi tra gli animatori, diventati poi fulgide stelle del firmamento latino- americano in tutta Italia e non solo: da Alberto Valdez a Fernando Sosa, da Rafa Gonzalez ad Arnay Ferrero. Oggi i gruppi di ballo pullulano. Ve ne sono migliaia in tutta la penisola. Ma tutti i migliori sono passati, e continuano a passare, da Genova. Come Oscar De Leon, i Los Van Van, Isaac Delgado,la Charanga Habanera, gli Azucar Negra e, da ultima, l’orchestra di Adalberto Alvarez con i suoi diciotto elementi, senza contare Tropical Gem e Clave Negra che, puntualmente, fanno capolino alla “Terrazza” di Sturla.
Mi dispiace solo che i media non abbiano capito completamente questo fenomeno del latino-americano. Eppure c’è sempre tempo...."
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Ciò che dai non costa. Quel che importa è l'amore con cui lo dai (anonimo)