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[Storia] Salsa, il perchè dell’incanto.

Ultimo Aggiornamento: 24/07/2009 09:13
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24/07/2009 09:13

L’incredibile racconto della salsa, regina incontrastata della musica e delle danze latinoamericane, si perde nella notte dei tempi. A dire il vero se volessimo approfondire le sue origini non dovremmo sfogliare così tante pagine di storia dell’antichità, piuttosto bisognerebbe scavare nella memoria storica moderna. Storici ed antropologi americanisti ne hanno fatto quasi una questione personale, oltre che passionale, ricercando attraverso le fonti europeiste ed americane ogni conoscenza attendibile sulla cultura latinoamericana. La storia dell’america, il processo sociologico della transculturazione, le sconosciute varianti ritual-devozionali, le infinite mescolanze musicali, la colonizzazione. Lo scrittore e poeta messicano Octavio Paz disse: “I fatti sono inseparabili dalle opere. La cultura è storia. E si può aggiungere che ciò che è proprio della storia è la cultura e che non vi è altra storia che quella della cultura, quella delle opere degli uomini, quella degli uomini nelle loro opere”. Secondo il dizionario della “Real Accademia Espanola” la salsa è un miscuglio di varie sostanze commestibili che si usa per insaporire in cucina, ma per noi che ci nutriamo di sonorità gli ingredienti sono “condimentos musicales”. Il libro “Salseando y Baylando” di Enzo Conte, che riempie uno squarcio letterario in materia, offre un’affascinante viaggio nel mondo delle danze afro-caraibiche, della salsa ed della cultura ad essa legata. Leggendo il libro si scopre, ad esempio, che la salsa nasce nel 1933 ad opera di un cubano del Septeto Nacional, Ignacio Pineiro, che scrisse la canzone “Echale salsita”, considerato il primo pezzo di questa “mezcla magica” che è la salsa. Aldilà della ben nota mania degli storici di voler affibbiare date rivoluzionarie a tutti i mutamenti di lungo periodo di una certa importanza (questa volta per la verità fu un musicologo) interessa capire il perché di questo successo planetario. Come una bella donna la salsa seduce, attrae, incanta. Ossatura portante del popolo latino, la musica salsa si palesa nell’idioma spagnolo, come fosse un canto sublime; il momento del ballo diviene per il corpo la lotta perenne del movimento; il cuore è trafitto di sentimenti infiniti. Un miracolo, che si realizza grazie alla magia umanizzante della sua musica. “La musica è una delle vie per le quali l'anima ritorna al cielo”(Torquato Tasso). Un mezzo, dunque, per raggiungere l’ignoto, l’infinito, l’immenso. Storicamente la salsa esplode negli anni sessanta sospinta dall'influenza di molti immigrati latini (cubani e portoricani) nella “grande mela” che seppero mantenere, tra l’altro, un forte legame con i loro paesi d’origine. Sull’onda emotiva di quegli anni i ritmi di origine cubana si fusero con il jazz afroamericano che imperversava soprattutto per le strade della New Orleans d’un tempo. Izzy Sanabria, disegnatore grafico negli studi di Fania, famosa casa discografica di New York, diede a tutti un'unica denominazione per eliminare ogni confusione e per vendere il concetto più facilmente. Scelse salsa, termine con il quale si animavano le band per aumentare la loro energia. Una data emblematica ne segnerà poi la svolta epocale, un evento che sarebbe stato ricordato dalla storia della musica caraibica. Correva l’anno 1973. Un concerto prototipo avrebbe (se non fosse stato sospeso per motivi di sicurezza) dovuto consacrare il ciclone salsa a livello mondiale. La cronaca locale ricorda uno stadio stracolmo di gente, lo "Yankee Stadium" , quello di New York, dove ad esibirsi cerano i musicisti della Fania All Stars con le grandi orchestre del tempo, la Tipica 73, il Gran Combo e Mongo Santamari­a. Il “virus” della salsa aveva contaminato il pianeta intero. L’urbanizzazione delle città sudamericane, la forte alluvione migratoria dei “latinos” verso l’america e la conseguente nascita di ghetti metropolitani (i barrios) fecero della salsa un fenomeno “de la calle”, laddove la strada, il quartiere, diventa incontro/scontro (danzereccio) per nuovi confini, non solo musicali. Il musicologo venezuelano César Miguel Rondón a proposito scrisse: “…è una forma aperta capace di rappresentare le totalità di tendenze che si riuniscono nella circostanza dei Caraibi urbani di oggi; il barrio continua ad essere l'unica marca definitiva". La salsa approda sulle coste della “middle europe” tardivamente, in un’epoca di profondi cambiamenti sociali, economici e politici, dove a trionfare però, come capita spesso, sarà l’amore. Nella salsa nasce il filone cosiddetto della “salsa romantica”, dolce e tenero, che appassiona la maggioranza degli europei”. Successivamente la salsa, quella proveniente da Cuba, diviene nota come timba, nata su ritmi Songo ed inventata da gruppi come i Los Van Van. In Italia il contagio salsero è straripante e gli italiani dichiarano il loro amore apertamente. A Roma spuntano come funghi le “salsoteche”, luoghi dell’incontro con l’amor latino. L’ex leader vocalist Perito Calvo, del gruppo cubano i Los Van Van, davanti ad un pubblico in delirio disse:” aquì el que baila gana” che tradotto significa qui chi balla prende, conquista. Se c’è una conquista, però, quella è la conoscenza dell’altro. L’incontro culturale con la salsa, sia essa solo musica, sia essa solo danza, oppure entrambi le cose, ha permesso lo scambio di idee, di progetti e di relazioni personali tra mondi opposti ma, soprattutto, ha evidenziato il vero senso di questa danza: la continua possibilità di restarne incantati.
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